giovedì 20 luglio 2017

Esercizio di scrittura (Nabil)

Come il disegnare e il dipingere anche la scrittura necessitava di esercizi e di prove. Dei vari testi di scrittura creativa che aveva consultato, la Pina era rimasta impressionata da un libro di scrittura zen: in altre parole era rimasta colpita da come poteva essere armonioso sentire il fluido che emana dentro di noi e affluisce nella penna che scarabocchia sul foglio. Come esercizio di scrittura creativa aveva provato a descrivere una camera disordinata e un'altra volta aveva raccontato del tentativo di metterla in ordine. Senza nessun successo. Era ed era rimasta un acquerello. Anche se quelli ordinati non hanno fantasia, perché in una camera vissuta si è ordinati, come capita quando si è immersi in un disordine nel quale si è capaci di orientarsi. Quando aveva tentato di sistemare quel disastro ne aveva in realtà solo cambiato i connotati, ma non era riuscita davvero nell'impresa. I colori si erano limitati a spostarsi nell'immaginazione. Ecco, la sua stanza era come un acquerello dove i colori si spostano. Non parliamo poi dell'armadio. La sua amica del cuore, quando l'aveva aperto, aveva trovato un Toblerone. L'aveva mostrato come un trofeo e lei aveva pensato che l'amica avrebbe gridato meno allo scandalo se avesse trovato un fallo artificiale. La stessa cosa era accaduta quando aveva scoperto un Harmony fra i suoi libri e le aveva promesso che non avrebbe diffuso la notizia. Invece poi l'aveva fatto, urlando la cosa ai quattro cantoni. La Pina, per addolcire la pillola, aveva risposto che era una sentimentalona. In fondo non c'era nulla di male nel leggere quel genere di libri. Come esercizio di scrittura bisognava prendere delle frasi e farle diventare degli aforismi. Le frasi che aveva trovato erano due: una era l'incipit del racconto di Paolo Rumiz che narra del suo itinerario nel centro Italia dopo il sisma e l'altra è una lettera al direttore del giornale che spiegava la sua sensazione e l'impressione che aveva avuto durante un viaggio in un vagone del treno dove tutti erano presi nelle letture degli aggeggi elettronici. A lei era venuto in mente che il giorno prima aveva parlato per più di due ore con la sua giovane figlia ed era rimasta impressionata dalla passione che avevano entrambe per il fruscio della carta stampata. E che la letteratura cosiddetta dominante dice che sono i grandi di età che avrebbero cose da raccontare mentre questa volta era stata sua figlia che le aveva dato una lezione di filosofia ed era riuscita a tenere banco per un bel momento.