Come il disegnare e il dipingere anche la scrittura necessitava di
esercizi e di prove. Dei vari testi di scrittura creativa che aveva
consultato, la Pina era rimasta impressionata da un libro di scrittura
zen: in altre parole era rimasta colpita da come poteva essere armonioso
sentire il fluido che emana dentro di noi e affluisce nella penna che
scarabocchia sul foglio. Come esercizio di scrittura creativa aveva
provato a descrivere una camera disordinata e un'altra volta aveva
raccontato del tentativo di metterla in ordine. Senza nessun successo.
Era ed era rimasta un acquerello. Anche se quelli ordinati non hanno
fantasia, perché in una camera vissuta si è ordinati, come capita quando
si è immersi in un disordine nel quale si è capaci di orientarsi.
Quando aveva tentato di sistemare quel disastro ne aveva in realtà solo
cambiato i connotati, ma non era riuscita davvero nell'impresa. I colori
si erano limitati a spostarsi nell'immaginazione. Ecco, la sua stanza
era come un acquerello dove i colori si spostano. Non parliamo poi dell'armadio. La sua amica del cuore, quando l'aveva aperto, aveva trovato
un Toblerone. L'aveva mostrato come un trofeo e lei aveva pensato che
l'amica avrebbe gridato meno allo scandalo se avesse trovato un fallo
artificiale. La stessa cosa era accaduta quando aveva scoperto un
Harmony fra i suoi libri e le aveva promesso che non avrebbe diffuso la
notizia. Invece poi l'aveva fatto, urlando la cosa ai quattro cantoni.
La Pina, per addolcire la pillola, aveva risposto che era una
sentimentalona. In fondo non c'era nulla di male nel leggere quel genere
di libri. Come esercizio di scrittura bisognava prendere delle frasi e
farle diventare degli aforismi. Le frasi che aveva trovato erano due:
una era l'incipit del racconto di Paolo Rumiz che narra del suo
itinerario nel centro Italia dopo il sisma e l'altra è una lettera al
direttore del giornale che spiegava la sua sensazione e l'impressione
che aveva avuto durante un viaggio in un vagone del treno dove tutti
erano presi nelle letture degli aggeggi elettronici. A lei era venuto in
mente che il giorno prima aveva parlato per più di due ore con la sua
giovane figlia ed era rimasta impressionata dalla passione che avevano
entrambe per il fruscio della carta stampata. E che la letteratura
cosiddetta dominante dice che sono i grandi di età che avrebbero cose da
raccontare mentre questa volta era stata sua figlia che le aveva dato
una lezione di filosofia ed era riuscita a tenere banco per un bel momento.